Il ferro è un oligoelemento essenziale per la maggior parte delle forme di vita, dai batteri ai mammiferi.
La sua importanza risiede nella sua capacità di mediare il trasferimento di elettroni. Nello stato ferroso (FE ++), il ferro agisce come un donatore di elettroni, mentre nello stato ferrico (FE+++) agisce come un accettore.
Pertanto, il ferro svolge un ruolo fondamentale nella catalisi delle reazioni enzimatiche di ossido riduzione (redox) che implicano il trasferimento di elettroni.
Le cellule umane richiedono ferro per ottenere energia come ATP da un processo noto come respirazione cellulare, più specificamente dalla fosforilazione ossidativa delle creste mitocondriali.
Nei miocardiociti il ferro è presente in molte proteine contenenti gruppi Fe-S (iron-sulfur cluster), con elevate capacità ossido-riduttive che a livello mitocondriale generano un gradiente protonico che consente all’ATPsintasi di sintetizzare grandi quantità di ATP necessaria alla continua contrazione dei miocardiociti.
Quando si pensa alla carenza di ferro si pensa subito all’anemia ma in reatà è necessaria una carenza di ferro molto grave per determinare alterazioni evidenti negli eritrociti.
Una cardiopatia da carenza di FE può insorgere prima di uno stato anemico evidente soprattutto se vi è già una cardiopatia ischemica o scompenso cardiaco.
La sovrapposizione di ischemia ad una cardiopatia da carenza di FE precipita rapidamente la cardiopatia.
Una cardiopatia da carenza di FE va sempre sospettata in presenza di coronarie normali.
Una integrazione di FE va sempre data ai pazienti ischemici, soprattutto in fase acuta, e nei pazienti con insufficienza cardiaca (LG ESC 2023).
La prevenzione è fondamentale soprattutto nelle donne in età fertile e negli stati carenziali
e per prevenzione si intende somministrazione costante di ferro utilizzando le normali fonti alimentari ed in caso di necessità integrazione con prodotti sicuri, altamente digeribili, rapidamente biodisponibili ed ecologici.