
Quando si parla di “resistenza”, in medicina funzionale, s’intende implicitamente anche il concetto di stress e ci si riferisce alla capacità, da parte di un organismo, di far fronte ad
una o più perturbazioni, di qualsiasi natura esse siano, per mantenere l’omeostasi psicofisica, anche in condizioni estreme.
Il carico allostatico rappresenta la spesa necessaria, in termini di consumo funzionale e organico, per rispondere, e superare, o adattarsi agli stimoli stressogeni, creando un
nuovo equilibrio, anche patologico, ma funzionale alla sopravvivenza. Cosa significa “resistere” per un paziente oncologico, ovvero una persona sovraccaricata da numerosi stress e processi infiammatori cronici?
A livello fisico, significa essere capaci di sopportare “attacchi” chirurgici, chimici, radianti, gli urti, la fatica, l’immobilità, le cadute o il peso stesso del proprio fisico. A livello mentale, valgono gli stessi concetti di risposta e adattamento, poiché non esiste evento, trauma o stimolo che non sia contemporaneamente analizzato e rielaborato dal sistema neuro-psichico e gestito dal sistema neuro-ormonale, come risposta comportamentale.
I funghi medicinali si sono dimostrati variamente capaci di contrastare l’infiammazione cronica e tutte le sue conseguenze fisiche, ma anche mentali. Sono infatti considerati non solo utili come intervento terapeutico sinergico alle cure oncologiche, ma sono diventati indispensabili come immunomodulanti, adattogeni, neuroprotettivi, nootropi e detossificanti con significativa capacità rigenerante tissutale.
Sono capaci di migliorare la sintomatologia generale, la percezione di benessere, il ritmo-sonno-veglia, la reattività e il coping psicologico, cioè la capacità di elaborare strategie di risoluzione ad un problema.
Le molecole più studiate, perché variamente attive nel controllo dei processi infettivi e infiammatori cronici e nella regolazione del fattore di trascrizione NF-kB e di altre vie di segnalazione, sono le seguenti:
– Polisaccaridi lineari e ramificati: alfa e beta-glucani (β-1,3, β-1,6 e glicoproteine);
– Triterpeni e triterpenoidi;
– Polifenoli;
– Ergosterolo ed ergosterolo perossido;
– Lectine;
– Enzimi e metaboliti secondari dalle variegate funzioni anti-ossidanti, radioprotettive, immunomodulanti, ipoliemizzanti, ipoglicemizzanti, diuretiche, ecc. ( es. SOD, GSH, catalasi, melanina, L-ergotioneina, trealosio, eritadenina, acido cordicepico, ecc.)
– Cordicepina e adenosina Non solo il tumore, ma anche l’iperattivazione immunitaria e mentale (con iperattivazione adrenergica e cortisolemica cronica) attivano il catabolismo nel paziente oncologico che produce, così, una quantità incontrollata di radicali liberi (ROS, RCS, RSS, AGES, ALES, ecc.), che a loro volta perpetuano il circuito infiammatorio, il danno cellulare e la disfunzione mitocondriale.
Evidenze scientifiche sperimentali e conferme cliniche suggeriscono alcuni bersagli terapeutici della Micoterapia ed in particolare del fungo Cordiceps spp ed Hericium erinaceus, utili a prevenire l’impatto catabolico sul compartimento osteo-muscolare e neuro-endocrino, al fine di migliorare la resistenza psico-fisica, conservare le abilità cognitive e neuro-motorie, e prevenire la fatica cronica del paziente oncologico: L’Hericium erinaceus è noto per aver un effetto stimolante sui fattori neurotrofici, come il fattore di crescita del nervo (NGF) e il fattore neurotrofico derivato dal cervello (BDNF).
Due classi di metaboliti terpenici, specifici dell’Hericium erinaceus, chiamati erinacine ed ericenoni (in particolare l’ericenone C deacilato), sono entrambi coinvolti nella neurogenesi. La famiglia dei funghi Cordiceps spp produce un metabolita, analogo dell’adenosina, chiamato cordicepina (3-deossiadenosina), particolarmente concentrato nella Cordiceps militaris.
La cordicepina vanta da tempo effetti antitumorali e antivirali, ma di recente la ricerca ha evidenziato come l’impatto di questa molecola sui recettori dell’adenosina (AR), attraverso la via di segnalazione purinergica (dell’AMPK) possa regolare anche la proliferazione e la differenziazione delle cellule staminali della polpa dentale e del midollo osseo, permettendo di modulare l’osteogenesi e la riparazione ossea. L’AMPK (protein chinasi attivata dall’adenosina monofosfato) si trova in ogni cellula e funge da sensore dello stato energetico e nutrizionale. Si può dire che rappresenti un interruttore metabolico generale e che sia l’anello legante la sindrome metabolica, l’infiammazione e la longevità.
L’AMPK è una famiglia di 13 chinasi che si attivano in risposta a stimoli ipo-energetici come nell’esercizio fisico prolungato (es. la maratona), per recuperare la disponibilità di ATP, attivando il catabolismo (per aumentare i livelli di glucosio circolante) e inibendo l’anabolismo (via di segnale mTOR).
I differenti recettori dell’adenosina, sono coinvolti nella comunicazione inter-cellulare fra neuroni e non solo, poiché intervengono anche nella regolazione delle risposte immunitarie, nell’infiammazione, nel dolore, nell’aggregazione piastrinica, nella vasodilatazione, nell’apoptosi e nella proliferazione cellulare.
Inoltre sembra che la cordicepina sia capace di inibire, in modo dose-dipendente, la differenziazione osteoclastica indotta da RANKL, ovvero dall’attivatore del recettore del fattore di trascrizione NF-kB, così come risulta capace di inibire l’osteoclastogenesi, attraverso l’inibizione dell’espressione dei geni correlati alle proteine effettrici del catabolismo osteo connettivale (MMP-9, catepsina-K, TRAP e NFATc1).
Bibliografia
1. Jędrejko K. et al, Effect of Cordyceps spp. and Cordycepin on Functions of Bones and Teeth and Related Processes, Molecules, 2022
2. Sonam Tamrakar et al, Derivative of Hericenone C Treated by Lipase Shows Enhanced Neuroprotective Properties Compared to Its Parent Compound, Molecules, 2023
3. Jinhee Kim et al, Cordyceps militaris mushroom and cordycepin inhibit RANKLinduced osteoclast differentiation, J Med Food, 2015