
“Nella clinica come nella vita, bisogna avere un preconcetto, uno solo, ma inalienabile: il preconcetto che tutto ciò che si afferma e che par vero può essere falso.
Augusto Murri, medico clinico italiano (1841-1932)”
Quando si parla di disfunzionalita’ sessuale, infatti, occorre tener sempre presenti come possibili fattori eziologici aspetti biologici, chimici, fisici, psicologici e culturali, non solo nelle loro peculiarita’, ma nelle loro interazioni reciproche (Simonelli, 2002).
Inoltre, il concetto di somatopschichico amplia le impostazioni precedenti perche’ prende in considerazione anche tutte le ripercussioni psicologiche che possono associarsi ad un sintomo sessuale con eziologia prettamente organica. Per esempio un uomo che soffre di Disfunzione Erettile a causa di un grave problema vascolare, vivra’ certamente anche sentimenti di inadeguatezza, di depressione, di frustrazione della sua identita’ sessuale maschile, inoltre nel sintomo sara’ coinvolta la sua partner e quindi la relazione di coppia.E’ compito del clinico prendere in carico anche queste difficolta’ che non possono essere risolte solo con la cura farmacologia (Borras-Valls, Gonzales-Correales, 2004).
Nello specifico della sessuologia i sintomi hanno un’eziologia multicausale che non vuole essere ridotta ne’ alle dinamiche intrapsichiche individuali ne’ all’interazione di coppia o al semplice malfunzionamento di un organo:una visione psicosomatica e somatopschichica contestualizzata sembra l’unica possibilita’ di comprensione autentica di una manifestazione cosi complessa. E l’unica in grado di restituire alla persona sofferente un’identita’ completa e non frantumata. La clinica in sessuologia deve percio’ prendere in considerazione il rapporto corpo-mente, l’individuo e la coppia nello specifico contesto socio-culturale (Simonelli, 2002).
Questo presupposto ha consentito di creare nuove possibilita’ terapeutiche, in ambito sessuologico, con l’integrazione di approcci teorici e strumenti clinici diversi: farmaci, consulenza sessuale, interventi psicoterapeutici ad orientamento psicodinamico, cognitivo-comportamentale, sistemico-relazionale, mansioni,tecniche di rilassamento, in modo da individuare piani di intervento efficaci che si adattino alle esigenze della persona piuttosto che ai principi di un determinato modello (Rossi et al. 1998; Ramsay, 2001).Il presupposto che guida tale modalita’ di intervento e’ l’adozione da parte del terapeuta di una propria teoria di valori, come punto di riferimento per le scelte terapeutiche e come criterio di confronto dialettico con le convinzioni del paziente, tuttavia tale teoria non puo’ coincidere, in maniera rigida e riduttiva, con i principi di una sola teoria scientifica o di una scuola di pensiero (Cociglio, 2002).
Per le sue caratteristiche l’approccio integrato si delinea come una risposta flessibile, efficace e completa ad una domanda di tipo sessuologico.
Considerando la relazione come il “luogo” d’intersezione tra disagio individuale e disagio relazionale, la terapia sessuologica integrata si avvale, prevalentemente, di una terapia di coppia che focalizza la sua attenzione sul binomio individuo-sistema, utilizzando tecniche psicoterapeutiche e farmacologiche che coinvolgono la coppia disfunzionale in “esperienze” intime sistematicamente strutturate.
Tuttavia, la terapia sessuologia integrata e’ attuabile con successo anche con i single o quando il partner non e’ disponibile. Negli approcci sessuologici integrati si possono considerare quattro livelli di integrazione: l’integrazione all’interno della mente del terapeuta, l’integrazione fra strumenti, l’integrazione fra modelli e quella fra diversi specialisti.
Se la prima e’ indispensabile, negli altri tre livelli e’ sufficiente un’articolazione eclettica purche’ consapevole (Cociglio, 1998). I modelli integrati prevedono la costruzione di un tipo di setting in cui e’ possibile introdurre elementi che appartengono a differenti discipline e condurre un lavoro di equipe costituito da figure professionali diverse, ma capaci di parlare un linguaggio comune.
Nello specifico dell’approccio sessuologico l’integrazione implica che il medico e lo psicosessuologo partecipino fin dall’inizio al processo diagnostico, mediante la valutazione degli aspetti psichici e somatici e la determinazione del loro peso nella genesi del disturbo.
Questa modalita’ per cosi dire “residuale” e’, a nostro parere, poco rispettosa della visione olistica del paziente e ne danneggia la prognosi perche’ quando ad esempio l’andrologo dice “non ha niente, vada dallo psicologo“la comunicazione e’ confusiva e mortificante;il paziente, da una parte puo’ temere di avere un disturbo psichico grave, dall’altra puo’ temere che i fattori che determinano il suo problema siano “niente“, cioe’ non valgano niente e pertanto non possano nemmeno essere trattati adeguatamente (Stief et al., 2003).Negli ultimi anni le terapie sessuali sono state influenzate dal cambiamento che ha investito la sessuologia dopo la scoperta di farmaci – come il sidenafil o il tadalafil nel trattamento della disfunzione erettile – che hanno consentito di creare una stretta relazione tra le modalita’ di intervento medico e psicologico,sottolineando ancora piu’ marcatamente la necessita’ di un approccio multidisciplinare alla cura e altrattamento di questi disturbi (Simonelli, 2002).
La conduzione della consulenza sessuologica prevede particolari abilita’ e conoscenze da parte dell’operatore:
- conoscere la sessualita’ in tutte le sue componenti
- saper usare un linguaggio non troppo tecnico che aiuti il cliente ad esprimersi serenamente
- non esprimere giudizi, ma piuttosto mostrare interesse e avere un atteggiamento empatico e di apertura
- avere un rapporto consapevole con la propria sessualita’
- Analisi della domanda
- Indagine sugli interventi precedenti
- Progettazione diagnostica in collaborazione con altri specialisti
- Ristrutturazione della domanda
- Chiusura dell’intervento di consulenza di primo livello
- Intervento di consulenza di secondo livello
- Invio ad altri specialisti
- Terapia Integrata
Naturalmente ogni problematica sessuale va affrontata in modo specifico, tuttavia esistono degli elementi fondamentali e generali della terapia sessuale che possono anamnesi e diagnosi accurate.
essere cosi riassunti:
- una buona relazione terapeuta-paziente come veicolo principale del cambiamento.
- valutazione del sintomo nel significato corporeo e intrapsichico, nelle ricadute relazionali e del contesto culturale in cui si manifesta.
- costruire ipotesi terapeutiche congruenti con gli elementi raccolti.
- Le mansioni sessuali, ovvero la prescrizione di un protocollo di attivita’ sessuali non ansiogene che la coppia svolgera’ a casa e che poi raccontera’ in seduta. Le prescrizioni sessuali hanno un doppio obiettivo: permettono alla coppia di sperimentare una sessualita’ meno esigente e nuova e, mediante l’analisi delle resistenze alla loro esecuzione, il terapeuta individua punti conflittuali individuali o di coppia che vengono affrontati nelle sedute terapeutiche. Inoltre la prescrizione dei diversi “esercizi” permette una profonda riflessione sul concetto di “naturalita’”versus quello di “spontaneita’” della sessualita’ umana.
- Aiutare a comprendere i nessi tra la risposta sessuale e gli stati emotivi.
- L’analisi della dinamica della coppia, ovvero capire se il sintomo sessuale serve al mantenimento dell’equilibrio della coppia e l’analisi delle dinamiche di potere della coppia stessa.
- La ricostruzione della storia della coppia, con particolare attenzione ai momenti negativi e a quelli nello stesso individuare i loro punti di forza e di debolezza.
- La creazione di un clima di collaborazione che consenta la piena espressione di entrambi i partner e,soprattutto, il recupero dell’intimita’ psicologica e fisica.
- L’eventuale uso dei farmaci, in stretta collaborazione con il medico specialista che risulta inserito nello stesso setting. Sempre piu’ spesso vengono utilizzati farmaci per la DE con l’intento di sbloccare situazioni in cui il sintomo e’ presente da anni e contemporaneamente, fornire all’uomo e alla partner gli strumenti adatti per poter accettare e gestire in modo informato il farmaco.
- Identificare e saper gestire il transfert e il controtranfert.
- Verifica dell’intervento e follow-up.
Il lavoro sugli aspetti cognitivi, emotivi e relazionali del processo terapeutico proposto richiede uno sforzo eun’attenzione continua da parte dei clinici perche’ nel modello integrato non esiste un rigido protocollo con sequenze d’intervento prestabilite e si cerca di rispettare la complessita’ della singola situazione, concordando l’obiettivo con l’utente (Simonelli, 1997; Simonelli, 2006).
La grande flessibilita’ dell’approccio integrato che permette un intervento mirato e personalizzato, costituisce anche il suo punto di fragilita’: quando si esce da paradigmi generali e standardizzati, il rischio di errori puo’ essere maggiore, ma questo rischio puo’ essere contenuto da un’adeguata e approfondita formazione personale e professionale del clinico
Conclusioni
In termini più scientifici e meno emozionali, una revisione critica della letteratura, fornisce una severa e conclusiva analisi del ruolo dei questionari (freddi, oggettivi, inanimati ma pertanto integrativi e correttivi dell’emotività e del disagio del colloquio a due o a tre), esposti a esaltare il meccanicismo e il riduzionismo o a essere condizionati pesantemente dal mercato o, peggio, a provocare il silenzio di
chi deve parlare della propria sessualità e si conclude con una breve frase (la più appropriata a concludere questo contributo) che definisce come prima qualità del medico chesi occupa di sessualità la capacità di ascoltare. (Jannini et alt, 2017)
BIBLIOGRAFIA
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