In oncologia integrata si applicano tutti gli approcci caratterizzati da efficacia documentata in letteratura scientifica in modo complementare ed integrativo ai protocolli di cura. Se da un lato è possibile sostenere il paziente, permettendo l’attenuazione degli effetti collaterali associati alla terapia specifica, in altri casi è possibile ottenere un effetto sinergico alla cura oncologica specifica.
Un ulteriore ed interessante aspetto dell’approccio oncologico integrato è rappresentato dall’attenzione alla persona intesa nella sua globalità e complessità, insieme unico ed indivisibile di sistemi psico-neuro-endocrino-immunologici. L’analisi e l’intervento dell’oncologo integrato si rivolge inoltre a quell’insieme di processi che coesistendo a guisa di “mosaico”, possono rappresentare nel tempo stesso fattori di rischio e fattori predisponenti all’insorgere di una neoplasia, e compromettere la prognosi e l’outcome complessivo dei trattamenti specifici.
L’insulino-resistenza, presente non solo nei casi di sindrome metabolica, è in grado nel tempo di favorire uno stato flogistico cronico di basso grado che nel tempo si associa ad un’eccessiva presenza di radicali liberi (stress ossidativo), o alterare il fisiologico pH della matrice intercellulare, sino a determinare uno stato di acidosi mesenchimale e conseguentemente i processi di comunicazione intercellulare.
L’alterazione della composizione del microbiota intestinale (disbiosi), è in grado di alterare la fisiologica funzione di barriera della mucosa intestinale (leaky gut syndrome), con conseguente attivazione di uno stato flogistico cronico mucosale, in grado di alterare le fasi intestinali di digestione ed assorbimento di principi nutritivi, e compromissione della maturazione del sistema immunitario, prevalente in età adulta a questo livello.
L’analisi sistematica di tali squilibri permette un approccio integrato mirato. Piante come Garcinia cambogia, Momordica charantia, Banaba, Gymnema, Opuntia ficus indica, unitamente ad estratti micoterapici come Shitake e Maitake, sono in grado di migliorare le condizioni insulino-resistenza migliorare l’uptake cellulare di glucosio oppure stimolando il rilascio di insulina a livello pancreatico.
Glucomannano e faseolamina, riducono l’assorbimento glucidico a livello intestinale. La curcuma longa, boswellia, l’apporto di acidi grassi poli-insaturi omega tre, sono da prendere in considerazione in presenza di uno di flogosi cronica di basso grado.
Echinacea, Uncaria tomentosa, piante ad elevato contenuto di acido ascorbico come Acerola, Adansonia digitata, Citrus limon, ed i beta glucani contenuti nella maggior parte dei funghi medicinali, sostengono la funzione immunitaria, e favoriscono il corretto rapporto linfocitario Th1/Th2/Th17. La gestione dello stress ossidativo, va personalizzato sulla base della storia naturale della malattia e del paziente, tenendo in debita considerazione anche l’osservazione ormai consolidata in letteratura scientifica, che l’eccesso di radicali liberi in corso di trattamento antiblastico o radioterapico rappresenta un fattore pro-apoptotico.
I bioflavonoidi (antocianidine e proantocianidine), acidi grassi polinsaturi e vitamina P, Vitamina E, selenio, resveratrolo, coenzima Q10, sono le sostanze dotate di particolare potere antiossidante. Tra le piante da prendere in considerazione con queste caratteristiche vanno ricordate Vitis vinifera, Rosa canina, Tè Verde (Camellia sinensis), Aloe barbadensis. La stessa Curcuma longa, già ricordata per la sua attività anti-infiammatoria, va inclusa tra le piante con azione anti-ossidante.
L’acidosi mesenchimale è la conseguenza di uno stile di vita scorretto, in particolare alimentare, e si associa frequentemente ai trattamenti specifici in oncologia. La “fatigue”, è il sintomo caratteristico di tale alterazione di “terreno”. Il monitoraggio circadiano del pH urinario permette il riconoscimento di tale condizione fisiopatologica. Il primo intervento deve essere rivolto alla correzione delle eventuali abitudini alimentari scorrette. Inoltre iIn questo ambito vanno presi in considerazione integratori alimentari contenenti, citrati di minerali alcalinizzanti (potassio, rame, ferro, calcio, magnesio, manganese), unitamente a bicarbonato di sodio e potassio e fosfato bisodico o carbonati di calcio e magnesio. La composizione della flora batterica presente in tutti i distretti organici, ed in particolare a livello intestinale (microbiota intestinale), ha un ruolo determinante nel mantenimento omestatico di molti processi fisiologici. Il microbiota intestinale favorisce la corretta digestione degli alimenti, la sintesi di vitamine e di numerose altre sostanze essenziali. E’ ben nota lo stretto legame tra efficienza del sistema immunitario e corretta composizione del microbiota intestinale.
Lo stile di vita alimentare è l’elemento che più di ogni altro influenza e modula il microbiota intestinale. L’approccio globale, sistemico e funzionale al paziente oncologico in oncologia integrata, prevede pertanto anche la valutazione del microbiota intestinale, quando possibile mediante analisi dirette della sua composizione (Next Generation Sequencing, NGS), l’esame e correzione del regime alimentare.
L’intervento attivo prevede una fase preliminare di rimozione del carico tossinico presente in sede mucosale intestinale, una successiva gestione dell’eventuale e frequente leaky syndrome presente, ed infine un apporto con intento “probiotico”, di ceppi batterici adeguati. La gestione del “mosaico oncogeno”, in oncologia integrata rappresenta un modello applicativo pratico, di accompagnamento al paziente, sia nelle fasi preliminari o precoci (prevenzione primaria e secondaria), che nelle successive fasi di trattamento attivo, ed infine nella fase di solo monitoraggio clinico (wait and see e follow up).