Stati ansiosi e/o depressivi, rabbia, stress post traumatico, ipersensibilità, difficoltà nei cambiamenti, alterato rapporto con il proprio corpo, rigidità psico-fisica, mancanza di flessibilità, rientrano tra quelle condizioni (come altre ancora), di disagio psicologico in stretta relazione con il corpo e i misteriosi percorsi psico-somatici che l’anima a volte sceglie per esprimere il suo conflitto verso comportamenti, scelte e azioni non allineate alle proprie potenzialità e/o capacità di espressione e di azioni.
La risposta psicosomatica si interfaccia con il disagio emotivo e il disagio corporeo.
Entrambi abbracciano e si collegano con aspetti energetici (omeostasi, respiro, movimento fluidico e motorio), e processi neuro – psico – fisiologici.
Nel corso della storia il ruolo del corpo è stato spesso oggetto di criticità e di differenti visioni: il corpo come luogo di colpa o come parte scissa dalla mente o al suo servizio.
Oggi la ricerca scientifica ci aiuta a comprendere quanto, nella relazione psiche (comportamento emotivo e cognitivo) e corpo (comportamento energetico, adattivo motorio), il Sistema Fasciale rappresenta quella struttura biologica-funzionale, sensoriale e strutturale, che connette più sistemi, tra cui quello enterocettivo, propriocettivo, nocicettivo e meccanocettivo con il sistema nervoso centrale, periferico e autonomo, a vantaggio di una integrazione corpo, emozione, movimento e azioni.
La percezione di essere con il proprio corpo e di farne parte (Consapevolezza Corporea) è favorevole sia per un buon sostentamento dell’equilibrio emotivo, fisico e omeostatico, sia per l’autocoscienza corporea a sua volta in stretta relazione con il sé, e cioè la capacità di riflettere su sé stessi, come un agente incarnato con una prospettiva in prima persona.
I neuroni non sono solo stimolati in risposta ad uno stimolo che arriva dall’ambiente esterno, ma anche da informazioni sensoriali che derivano dall’interno del corpo e che costruiscono concetti, rappresentazioni incarnate e scelta di azioni guidate anche dall’esperienza passata, usando come guida la matrice sensoriale, in relazione ai relativi costi, ricompense ed investimenti energetici per il corpo. Il tutto per confluire in una azione al servizio dell’allostasi e del proprio essere.
Considerato il complesso e integrato funzionamento dell’organismo vivente, possiamo oggi pensare quanto un approccio che integri le conoscenze del sistema fasciale, potrebbe essere valutato non solo da terapisti del corpo, ma anche da altre figure sanitarie che si occupano della salute e del benessere dell’individuo, come ad esempio gli psicologi.
Competenze professionali con approccio integrato, si potrebbero ampliare e integrare alle conoscenze scientifiche del sistema fasciale già in corso, per potenziare percorsi di sviluppo delle risorse energetiche e psico-fisiche dell’individuo.